Creatura leggendaria e simbolo di purezza e magia, l’unicorno è tra gli animali più rari e ammirati del regno. Slanciato ed elegante, ha l’aspetto di un maestoso cavallo, ma con tratti unici che lo distinguono da qualsiasi altra creatura. Il suo mantello è generalmente bianco perla o argento lucente, con riflessi iridescenti che cambiano sotto la luce del sole o della luna. Si dice che la sua pelliccia sia così morbida da sembrare seta al tatto, mentre la criniera e la coda, fluenti e brillanti, ricordano fili d’argento o raggi di luna.

L’elemento più caratteristico è senza dubbio il lungo corno a spirale che svetta al centro della fronte. Traslucido e splendente, sembra essere fatto di cristallo o avorio con venature dorate, pulsando leggermente di luce propria. Si dice che il suo corno abbia il potere di guarire le ferite, purificare le acque e respingere le forze oscure.

Gli occhi dell’unicorno, spesso di un profondo azzurro o viola etereo, riflettono antica saggezza e gentilezza, ma dietro il loro sguardo si cela una forza indomabile. Le sue zampe sono sottili ma incredibilmente resistenti, con zoccoli d’argento che lasciano leggere scintille al loro passaggio.

Si narra che gli unicorni siano nati dalla prima luce dell’alba, quando il sole baciò per la prima volta le foreste incantate di Sylvalis. Creature immortali, sono i guardiani della vita e della purezza, protettori delle terre sacre dove la magia scorre più forte.
Secondo le leggende, il primo unicorno, Elyndra, emerse dalle acque cristalline del Lago di Lume, chiamata dagli antichi per preservare l'equilibrio tra luce e oscurità. Fu grazie a lei che le terre di Elenvar rifiorirono dopo un lungo inverno maledetto, e si dice che ovunque i suoi zoccoli toccassero terra, nascessero fiori dalle proprietà curative.
Nel corso dei secoli, gli unicorni sono diventati simboli di speranza nelle epoche più buie, apparendo nei momenti di maggiore disperazione per guidare i perduti verso la salvezza. Tuttavia, si dice che tentare di catturare un unicorno porti solo sventura, poiché nessuno può incatenare la luce senza pagarne il prezzo.
Si racconta ancora oggi che, nelle notti di luna piena, si possa scorgere la sagoma di un unicorno che corre libero nei boschi, lasciando dietro di sé una scia di stelle.